Studio Legale Panariti & Morelli

La mancata indicazione del compenso dell’Amministratore nel verbale di assemblea comporta la nullità della nomina

La delibera condominiale in cui si nomina l’Amministratore è da considerarsi nulla se non vi è indicato il suo compenso.

Questo Studio è stato tra i primi a sollevare la questione della nullità della delibera (e quindi non della sua annullabilità) in detta fattispecie: nella sentenza n. 7192/2018 del Tribunale di Roma, pubblicata il 9.4.2018, si afferma, infatti, che “va accolta la domanda di nullità della delibera condominiale che, in data 26. 10. 2015, ha nominato amministratore del [omissis] atteso che nel relativo verbale non risulta indicato l’importo dovutogli a titolo di compenso, né la relativa determinazione risulta dall’atto, eventualmente successivo, con cui questi ha dichiarato di accettare la nomina. La nomina è pertanto nulla, ai sensi dell’art. 1129, comma 14, cod. civ., che prevede tale indicazione come obbligatoria, a pena di nullità della nomina stessa. Per la stessa ragione va dichiarata nulla la delibera del 29. 9. 2016, laddove al punto 9 dell’o.d.g. ha confermato l’amministratore nell’incarico, mancando anch’essa dell’indicazione del compenso a lui spettante.”

Il Condominio, costituendosi, aveva eccepito che tale difetto era stato sanato da successiva delibera intervenuta, nella quale si era nominato nuovamente l’Amministratore, indicandone il compenso, con conseguente invocata cessazione della materia del contendere sul punto.

Il Tribunale, di contro, ribadiva: “sostiene sul punto il condominio convenuto che tali deliberazioni assembleari sono state sanate dalla successiva delibera dell’11. 4. 2017, che nel confermare nella carica l’amministratore ha determinato l’importo che a lui spettante a titolo di compenso ed ha espressamente dichiarato la propria volontà di sanare le precedenti delibere riguardanti la sua nomina, chiedendo che con riguardo a tali domande sia dichiarata la cessazione della materia del contendere. La deduzione non merita però di essere condivisa, atteso che, come si è detto, la legge nel caso di specie espressamente sanziona la mancata indicazione del compenso dell’amministratore di condominio, all’atto della sua nomina o dell’accettazione dell’incarico, con la previsione della nullità della nomina stessa, con l’effetto che nel caso di specie, per coerenza logica e sistematica, debbono trovare applicazione le norme sulla nullità del contratto, a cui pacificamente la delibera condominiale in quanto manifestazione di volontà soggiace, tra cui quella dell’art. 1423 cod. civ., che esclude la convalida del negozio nullo, se non diversamente disposto dalla legge. Ne discende l’inapplicabilità del principio invocato dalla parte circa la possibilità di sanatoria delle delibere condominiali affette da vizi di illegittimità, che può estendersi solo alle delibere annullabili non già a quelle nulle.”

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Avvocato Paolo Panariti
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